ITALIANA
COSTRUITA ALL’ESTERO
Come abbiamo più volte detto su altre sezioni del nostro sito,
un’auto riuscita come la124, fu costruita in parecchi paesi del mondo:
costruita su licenza o anche solo assemblata. La prima casa licenziataria in
ordine di importanza tecnica, storica, e legata all’Italia da molte altre cose
fu la Seat spagnola, la cosiddetta Sociedad
Espanola de Automoviles de Turismo.
Sappiamo che la Seat
era, dai primi anni ’50 e fino al 1982, quando si consumò il divorzio con la
casa madre di Torino, la costola Iberica
della nostra industria nazionale. Dal 1953 al 1982 appunto la Seat costruì
grossomodo quasi tutti i più importanti modelli Fiat nazionali, a volte veri
cloni, altre volte copie più o meno modificate. Non mancarono anche modelli
ibridi da noi non importati.
Il nostro modello beniamino, la 124, iniziò ad essere prodotto
nel 1968, tale e quale alla nostra 1200, col nome di Seat 124L. Seguirono poi la “1430”, all’inizio in pratica la nostra
“S” coi fai anteriori quadrati e minime differenze, e poi via via una marea di
versioni e sotto versioni e allestimenti creati per soddisfare le esigenze del
mercato locale. Tra le versioni curiose, ma non per questo meno belle o
interessanti per noi avremmo avuto la “Especial” prodotta anche in versione
Familiare (Ranchera)e in vari
allestimenti: Ambulancia, Bomberos
(pompieri), pick-up ed (ebbene sì), perfino come carro funebre.
Le ultime 1430, erano il loro modello che tendeva a
somigliare –sempre su carrozzeria 124-
alla più grande 125, incorporandone molti particolari estetici.
All' inizio la fabbrica era situata nella zona franca di
Barcellona, poi nell' anno 1976 traslocò
per stabilirsi definitivamente a Pamplona: di quì proveniva l'ultimo modello
costruito su licenza, la 124D
renovado, ridisegnata nientemeno che Giorgetto Giugiaro come "Fiat
124 modello 1975".
Da notare che il suffisso “D” non c’entra nulla con una
eventuale motorizzazione Diesel, che pure ci fu, poiché su di un lotto
destinato ai Pompieri fu montato il motore Perkins.
Veramente riuscita sia come estetica che come prestazioni e, naturalmente, come successo di vendite, questa fu la Seat 124D, codici di carrozzeria “FL” renovado. I motori erano rispettivamente identificati la “llaves de identificaciones” come “FA” la 1200, “FD” la 1400, “FU” la 1600 e “FU10” la 1800.
Veramente riuscita sia come estetica che come prestazioni e, naturalmente, come successo di vendite, questa fu la Seat 124D, codici di carrozzeria “FL” renovado. I motori erano rispettivamente identificati la “llaves de identificaciones” come “FA” la 1200, “FD” la 1400, “FU” la 1600 e “FU10” la 1800.
La “124 faros cuadratos” era la versione semplificata e
razionalizzata della serie III costruita a Torino, ne conservava la stessa carrozzeria unificata laddove variavano
invece allestimenti interni e motori, seguendo lo stesso processo che in Italia
aveva interessato le 127 e le 128 coetanee. Quest’auto conquistò, a ragione, il
cuore degli Spagnoli che tutt’ora ne recuperano e restaurano parecchie.
Vediamo ora da vicino questa vettura; innanzitutto dobbiamo constatare subito che era stata modificata il minimo possibile, e col tipico buon gusto del nostro conosciuto e apprezzato designer. L’auto è in pratica identica alle ultime serie III, ciò che cambia sono i fari anteriori – ora quadrati – distanziati tra loro da una mascherina di plastica nera simile a quella della 124 SportCoupè serie III, il tutto su un muso di 124S prima serie; i ripetitori laterali sono ora incastonati ai lati dei gruppi ottici anteriori, lasciando pulito tutto il resto, i paraurti sono identici alla Special ultima serie, lisci e senza rostri ma con profilo in gomma.
La fiancata rimane immutata, con gli stessi sportelli, ruote,
griglie di sfogo dell’aria alla base dei montanti del lunotto. L’ultimo
cambiamento estetico di nota riguarda la coda: abbiamo sulla carrozzeria a noi
nota una fanaleria orizzontale disposta alle estremità di una fascia nera che
percorre il centro di tutta la traversa posteriore.
I gruppi ottici sono molto più grandi del solito e hanno al
centro le luci di posizione/arresto e il catarifrangente. Agli estremi ci sono
i ripetitori di direzione che intaccano ora in minima parte anche la fiancata
e, all’estremo opposto, ai lati della vasca porta targa, le luci di
retromarcia, due vere e proprie sezioni di fanale al posto del piccolo faro
aggiunto, poco potente, dei modelli precedenti.
Esteticamente tutto qua. Ne risultava un insieme armonico e
pulito, una linea elegante, ed essenziale al tempo stesso. Gli interni,
varianti a seconda dell’allestimento (versione 124 o 1430), sono la
razionalizzazione di quelli che conosciamo. La versione “124” ha un cruscotto
tutto nero, diverso dall’originale, con gli interruttori finalmente unificati.
Ripropone lo strumento lineare suo caratteristico col contaKm chiaro, caratteristica
peculiare della stragrande maggioranza delle 124 costruite, e, nelle
ultimissime serie, un volante di ispirazione 125, comune ad entrambe.
La 1430 dal canto suo può
vantare anch’essa un bel cruscotto tutto nero a due elementi circolari, praticamente
identico a quello della nostra 124S prima serie. Pochi gli accessori su un’auto
essenziale come questa: appoggiatesta e lunotto termico.
Invariata la meccanica, identica alle nostre: entrambe hanno i
motori ad aste e bilancieri; uniche modifiche di rilievo sono l’adozione - per
ragioni di economia industriale - del ponte posteriore della 131 coi freni a
tamburo (piccola caduta di stile!), e la sostituzione della catena comando
distribuzione con una cinghia di gomma. Diminuiti ancora i consumi ma a prezzo
di un calo delle prestazioni. Di questo modello ne furono prodotte quasi un
milione che motorizzò adeguatamente la Spagna e tanti altri paesi per parecchi
anni.
Inutile dire che fu usatissima anche nelle gare sportive e nelle
corse rallies.
La Seat 124D, da alcuni chiamata anche “Pamplona”, fu venduta anche qui in Italia per un certo periodo, dal
1978 al 1982, poiché quando cessò la produzione, liquidarono anche qui gli
ultimi lotti. Ne fui letteralmente entusiasta perché somigliava molto alle
nostre e ce ne erano tante, allineate sui piazzali dei concessionari Fiat. Fu
una vera e propria sorta di revival!
Costava poco meno di 5 milioni di lire dell’epoca e andò a ruba,
tanto che nell' '82 alcuni clienti rimasero senza (notizia verificata
personalmente!). Ho un vivo ricordo di quest’auto, quando uscì e quando la potetti vedere da vicino. Qui nella
mia zona ne erano stati distribuiti lotti coi colori rosso amaranto o bianco.
Ve ne era qualcuna gialla, qualcuna giallo-corsa coi cofani neri (tipiche delle
loro versioni sportive) e ne vidi anche una blu notte 456 e un’altra verde pino.
La mancanza di un garage, mia vera e propria spina nel fianco,
mi impedì di acquistarne un esemplare usato che mi era capitato [quella verde] e
mi dovetti contentare di procurarmi il libretto di uso e manutenzione, stampato
in italiano, dove si legge testualmente (anno 1979): “la 124, per le sue
doti di comfort e sicurezza, è oggi la vettura che vi offre il miglior modo di
viaggiare”, una frase che mi ha sempre affascinato e che ho sentito dentro
di me nel cuore.