venerdì 30 luglio 2010

TUNING, CHE PASSIONE parte II


Abbiamo visto che il tuning è una passione praticata a livello pressochè mondiale. Il tuning poi non è affatto semplice da praticare, almeno con buoni risultati. Perchè è infinitamente più facile "pasticciare" e rovinare così anche una bella auto piuttosto che migliorarla o abbellirla. In queste poche righe non ci interessa disquisire sul perchè e/o sui vantaggi e svantaggi di tale costume. Siamo anche convinti che certe cose si possono fare anche per il solo piacere di farle.
Quale che siano i motivi noi - anche puramente a scopo promozionale per la nostra beniamina - andiamo ad esaminare solo alcune tra quelle che sono le più riuscite operazioni in tal senso sulla stessa. Ebbene, dopo aver visionato migliaia di foto disponibili sul web (ahìnoi, il soggetto dal vero non è più tanto facile da vedere!) possiamo affermare senza tema di smentite che la Palma d'oro va senz'altro ai turchi. Guardate le immagini a corredo di quest' articolo e ve ne convincerete presto. Vale solo la pena di dire che, essendo praticamente tutte belle le numerose versioni e allestimenti della 124 propriamente detta (e cioè Fiat, Seat e Murat/Tofas), la riuscita della cosa dipende esclusivamente dal buon gusto dell'avventore. Che ne dite della (Tofas) 124 allestita per somigliare in qualche modo alla mitica Mini-One? non male, vero? il lavoro fatto da questo ragazzo è veramente notevole e, grazie alla sua inventiva e al suo gusto la nostra amata 124 se ne avvantaggia non poco. Rimarchevole anche il fatto che anche così anziana, la nostra beniamina è sempre così poliedrica, versatile e adattabile. Vorrei tra l'altro segnalare che, al riguardo, esisteva anche un divertentissimo video che, anche se in lingua madre e perciò incomprensibile, era ugualmente simpatico ed esilarante perchè molto intuitivo. Noi della redazione lo avevamo inserito tra i primi sul sito, ma per motivi misteriosi (ricordo sempre che la nostra è un' iniziativa senza alcun fine di lucro) è stato ritirato già molto tempo fa. Un vero peccato.

Sempre ad onore dei "tuners" turchi abbiamo pubblicato queste altre foto dove è evidente, oltre ad un diffusissimo uso delle ruote in lega, anche e soprattutto una grande attenzione alla pulizia estetica, cosa sempre molto bella da vedere.
Notate, al contrario della gran massa, quanto belle, sobrie ed essenziali sono nelle loro linee queste 124 Murat.



Bravi turchi, continuate così!
Proteiforme: la 124 non finisce mai di stupirci.







venerdì 23 luglio 2010

FOTO CURIOSE



Un' auto così diffusa come la Fiat 124 e
i suoi cloni, diffusa nello spazio e nel
tempo, era inevitabile che non si prestasse a foto e situazioni curiose. Questa è solo la prima di una serie di puntate che tratteremo in questo Blog per il puro divertimento dei nostri lettori.
Apre la rassegna una splendida "nose-art" sul cofano motore di una cugina sovietica: uno splendido Orso Polare, così familiare a quelle latitudini. E sempre più o meno da quelle parti vediamo come la povera vecchia 124 faccia sempre e comunque il suo dovere, anche quello più umile. Il piccolo pony trasportato su quest'altro esemplare russo sembra gradire il passaggio.
Nella terza foto scendiamo a latitudini più familiari, e questa è una Fiat, al massimo una (Tofas) Murat: stavolta il passeggero è nientemeno che una mucca. Davvero non si può dire che la 124 disdegni gli animali!
Infine, l'ultima foto curiosa ritrae ancora una volta un esemplare di costruzione sovietica, con a bordo stavolta un orsetto in carne e ossa. Sembra che l'auto faccia parte di una famiglia di circensi, è davvero malridotta ma si sà, gli orsi hanno modiche pretese....








giovedì 22 luglio 2010

LE PECORE NERE DELLA GENIA

Un modello così valido come progetto base, quello della Fiat 124, fu suscettibile nel tempo ad essere sviluppato ed affinato in mille varianti. In questo articolo vediamo solo alcune delle infinite proposte di modifica su meccanica Fiat 124/1200.
Al salone di Torino di Novembre 1968 fu presentata la proposta di Poccardi eseguita dalla carrozzeria Frua. A quel tempo, l'attività dei carrozzieri, veri e propri sarti specializzati nel vestire "fuori serie" le meccaniche migliori, era veramente florida e diffusa.
Come abbiamo già avuto modo di vedere in precedenti articoli di questo Blog, ci furono tante proposte per fare un vestito elegante e fuori degli schemi alla nostra berlina: Vignale, Moretti, Savio.... e tanti altri, chi più chi meno riuscito.
Quella illustrata sopra - come del resto anche il Coupè 125 - non ci sembrano all'altezza delle migliori realizzazioni stilistiche. Perchè se è vero che la 124 Familiare era un pochino "pesante" nella sua parte di coda, a noi appassionati piace comunque parecchio, se non altro per la sua armonia delle forme ed equilibrio dei volumi.
Questa di Poccardi innanzitutto non ci sembra originale: provate a confrontarla con la contemporanea Opel "Kadett" SW e capirete subito il perchè. Perfino le luci di coda sono identiche, ispirate alla Station tedesca! E poi, soprattutto, non ci sembra riuscita la parte della coda, la seconda e terza luce del padiglione e come questo si raccorda con la coda: tutto l'insieme

sembra una grande vetrina. Buona invece l'idea delle tre porte, moderna e avvenieristica. Eleganti le ruote con la fascia bianca. Sotto invece vediamo alcuni proposte/prototipi del VAZ. Quello sopra non è proprio brutto, per quanto non sia propriamente riuscito nè sarebbe valsa la pena di metterlo in produzione. Era basato sul modello 21-01 di nostra vecchia conoscenza.



Decisamente brutti invece questi due prototipi a lato, su base Lada 21-05, e che costituiscono un estremo tentativo di "spremere" fino all'inverosimile un progetto oramai giunto alla fine della sua evoluzione. Un pò come fecero gli inglesi nell'immediato dopoguerra quando spremettero fino alla fine gli aerei con motore a pistoni.






giovedì 15 luglio 2010

TOFAS SERCE, 1986.



Cessata la produzione del modello "originale", la 124Murat del 1971 (v. un precedente articolo), modello quasi completamente fedele all' originale di casa nostra, visto il successo la Tofas decise di produrne una edizione "modernizzata". Questa ennesima versione straniera della nostra beniamina è comunque interessante per via dei molti particolari stilistici che adotta, sulla falsariga di una riuscita razionalizzazione.

A beneficio del designer va innanzitutto l'adozione di una linea estremamente pulita, lineare, essenziale ed elegante nel suo insieme. Niente fregi, borchie, griglie, molure: una linea pulita e levigata, che abolisce addirittura i ripetitori laterali anteriori di direzione.

Paraurti di foggia simile alle nostre 128CL, in nero satinato e con le luci di posizione e gli indicatori di direzione incorporati. Dietro i medesimi fanaloni del modello precedente, su cornice nero opaca e la semplice sigla del modello, "Serce" (prn. "Serse").

Davanti, benchè l'intento fosse ottimo il risultato lo è un pò meno: la vettura sfoggia due fari quadrati su calandra di plastica nera ma il disegno è un pò infelice. Peccato perchè è la parte meno riuscita dell'auto. Le maniglie esterne delle porte restano a pulsante, sono anch'esse nero opaco (in pratica sulla Serce sono state abolite le cromature) e di un disegno un pò più moderno, sebbene, per ragioni di sinergia industriale siano di qualità corrente e decisamente meno eleganti delle originali.

All'interno infine abbiamo un cruscotto quasi identico all'originale, molto ben modernizzato e di disegno riuscito; peccato che per voler forse risparmiare troppo, il quadro strumenti originale sia stato sostituito con un altro che incorpora due minuscoli "orologi" con lo stretto necessario, troppo piccoli e di disegno davvero infelice, ben più adatti ad un veicolo commerciale.

Poco male per volante e cerchi, quasi sempre sostituiti dagli utenti con ben migliori esemplari sportivi.

I motori, da quel che ci è dato di sapere, dovrebbero essere gli stessi 1.3 e 1.6 delle prime 131 (anch'essa costruita su licenza da Tofas), poco variata dovrebbe essere anche la meccanica.


Con la Serce va comunque al merito dei Turchi il fatto che l'auto sia stata ridisegnata e ristilizzata in modo davvero superbo e, a mio parere, costituisce un esempio - assieme alle Seat - per tutti gli altri che hanno rimaneggiato quest'auto, quasi sempre con effetti disastrosi.


























TUNING, CHE PASSIONE


"...Nell' inverno del 1980 scovai nella mia città una Grigiona identica a quella di famiglia, ma immatricolata nel 1966 a cui era stato fatto questo lavoro ed era oggettivamente bellissima..." La Fiat 124 - e le sue derivate - sono nate e vissute in piena "era di tuning" e trasformazioni. Oggi questa pratica è in voga molto meno, anche perchè le auto, oltre ad essere oramai quasi esclusivamente un bene di consumo, sono pressochè completissime.
Anche le cosiddette "versioni base" sono già ben fornite di fabbrica, almeno ad un buon livello. E questo lascia poco quindi alla fantasia degli automobilisti appassionati. Una volta invece le auto di norma erano abbastanza basiche, per averne una ben allestita si doveva salire di fascia di cilindrata (e prezzo).
Ecco quindi che la fantasia degli utenti si scatenava, anche a seconda dei gusti. Oltre che ad una questione di accessori, fino a una ventina di anni fà era abbastanza frequente vedere cambiamenti anche strutturali, cambiamenti cioè che alteravano l'aspetto di un'auto per farla somigliare ad un'altra versione della stessa, quasi sempre più recente.
Chi non ricorda le vecchie Uno col muso e/o la coda della nuova, la Tipo base col muso della i.e., le RitmoL con le ruote della CL... e così via.
Per la 124 berlina normale, le modifiche più gettonate erano:

- il cambio della calandra; in maniera particolare le I^ serie spesso adottavano la calandra della

serie III, tutta di plastica nera; spesso a questa erano associate le ruote della stessa serie;

- il cambio dei fanalini di coda con quelli più grandi delle serie successive;

- il cambio del cruscotto con quello della versione "Special", quello ad elementi circolari.


Alla fine degli anni '70 e nei primi '80 la modifica del punto due [fanali di coda] era quella più vista in assoluto. Allora si notavano a tal proposito due distinte tipologie di lavoro: quello a regola d'arte e la cosa "raffazzonata".
Nella prima, il proprietario aveva fatto sostituire l'intera traversa posteriore con quella della versione II; un intenditore poteva riconoscere questa modifica solo dal numero di targa troppo basso per quella versione.
Nell' inverno del 1980 scovai nella mia città una Grigiona identica a quella di famiglia, ma immatricolata nel 1966 a cui era stato fatto questo lavoro ed era oggettivamente bellissima.
Nel caso - tutt'altro che infrequente - che invece il proprietario avesse fatto eseguire una modifica in economia, lasciando inalterata la originaria traversa, il cambiamento si vedeva subito, eccome.
Si percepiva immediatamente "qualcosa di sbagliato", di rimediato; e poi i fanali nuovi in questione erano troppo spostati verso l'interno.
Nelle foto a corredo di quest'articolo, a parte la prima - un fotomontaggio "what-if" di un lavoro a regola d'arte - si può osservare quanto detto sopra. Innanzitutto, malgrado la targa turca, l'auto non è una 124 Murat ma nient'altro che una Zhigulì di produzione sovietica. Da tre quarti anteriore e di fianco l'auto (a parte gli orribili cerchi che simulano i raggi) tradisce la costruzione d'oltre-cortina perchè ha due caratteristiche opposte e sconosciute alle Murat di costruzione Tofas: le maniglie delle portiere basculanti e - soprattutto - la presenza delle grigliette di sfogo alla base dei montanti del lunotto.
E se ci fosse stato bisogno di conferme, all'interno l'auto sfoggia un cruscotto mai visto sulle Tofas, quello col finto legno. Altri particolari sono il pedale dell'acceleratore, quadrato ed esclusivo dei russi, e la foggia delle levette al volante.
Sulla coda di questa Zhigulì si può notare la modifica di cui sopra, e cioè l'istallazione - in maniera del tutto dilettantesca - dei fanaloni tipici delle 124Murat: e l'esecuzione sommaria di questo lavoro, assieme all' aspetto malconcio e trasandato della vettura, danno una chiara idea di ciò che si faceva.
















martedì 13 luglio 2010

La 124 SUL BOSFORO


La Fiat 124 è stata una delle auto più longeve e più riprodotte in assoluto nel mondo. Un'altra, l'ennesima versione, sconosciuta ai più si ebbe dal 1971 anche in Turchia. Era prodotta dalla Tofas di Bursa, una consociata locale della Fiat, tuttora attiva e che costruisce su licenza parecchi modelli del Gruppo di Torino, anche modificati e adattati alle condizioni climatiche locali.
La 124 prodotta dalla Tofas, solo del tipo normale 1200, era un altro ibrido rispetto alle nostre versioni comunemente conosciute quì in Italia. L' auto disponeva della carrozzeria della prima serie, sempre con le maniglie a pulsante e costantemente priva delle grigliette di sfogo alla base dei montanti del lunotto.
A questa carrozzeria era però montata la traversa posteriore delle serie II & III ed ebbe sempre i fanali posteriori grandi, quadrati, identici alle nostre.
Anteriormente le calandre di serie furono tutte quelle italiane indifferentemente, e cioè o interamente cromate, o a listelli alternati o quelle interamente di plastica nera. Le ruote più diffuse in assoluto sono state quelle della prima serie, coi cerchi d'acciaio a otto fori di ventilazione ovali e coppe ruote simili anche alla 1100R. Molto raramente si osserva l'equipaggiamento della serie II (medesime coppe su cerchi a 16 fori tondi), e ancor meno le ruote della serie III (con borchie della Special).
Diffusissimi - direi un cult - i cerchi in lega di tutte le fogge e dimensioni, spesso di disegno azzeccato. Paraurti delle serie II & III con entrambi i tipi di rostri e interni sempre della serie II con molure argento completavano l'allestimento. I contaKm più diffusi in assoluto sono quelli neri, anche se si vedono quelli chiari. I volanti sono sempre senza anello, anche se su qualche esemplare si è osservato - alla maniera sovietica - cruscotto chiaro/contakM nero/volante con anello, un vero miscuglio!
Oggettivamente possiamo affermare che la 124 Murat disponeva dell' allestimento più funzionale e pulito esteticamente. Perchè osservando la foto di lato possiamo vedere che, grazie anche alle maniglie a pulsante, l'auto aveva una notevole finezza estetica, priva di inutili fronzoli. Posteriormente avevamo i fanaloni a grande visibilità e all'interno non c'era quel finto legno, tanto kitch quanto superfluo, così in voga negli anni '70.
Il motore dell'auto era lo stesso nostro 1197 ad aste e bilancieri e l'auto godette anche là di un grande successo commerciale. Tanto che dal 1986 fu sviluppato localmente un altro modello, che vedremo più avanti, non privo di interesse.








Sopra: foto pubblicitaria dell'allestimento più diffuso, a destra particolare della scritta di coda;
Sotto a destra: la coda 124 Murat, identica alle nostre serie II.