giovedì 15 luglio 2010

TUNING, CHE PASSIONE


"...Nell' inverno del 1980 scovai nella mia città una Grigiona identica a quella di famiglia, ma immatricolata nel 1966 a cui era stato fatto questo lavoro ed era oggettivamente bellissima..." La Fiat 124 - e le sue derivate - sono nate e vissute in piena "era di tuning" e trasformazioni. Oggi questa pratica è in voga molto meno, anche perchè le auto, oltre ad essere oramai quasi esclusivamente un bene di consumo, sono pressochè completissime.
Anche le cosiddette "versioni base" sono già ben fornite di fabbrica, almeno ad un buon livello. E questo lascia poco quindi alla fantasia degli automobilisti appassionati. Una volta invece le auto di norma erano abbastanza basiche, per averne una ben allestita si doveva salire di fascia di cilindrata (e prezzo).
Ecco quindi che la fantasia degli utenti si scatenava, anche a seconda dei gusti. Oltre che ad una questione di accessori, fino a una ventina di anni fà era abbastanza frequente vedere cambiamenti anche strutturali, cambiamenti cioè che alteravano l'aspetto di un'auto per farla somigliare ad un'altra versione della stessa, quasi sempre più recente.
Chi non ricorda le vecchie Uno col muso e/o la coda della nuova, la Tipo base col muso della i.e., le RitmoL con le ruote della CL... e così via.
Per la 124 berlina normale, le modifiche più gettonate erano:

- il cambio della calandra; in maniera particolare le I^ serie spesso adottavano la calandra della

serie III, tutta di plastica nera; spesso a questa erano associate le ruote della stessa serie;

- il cambio dei fanalini di coda con quelli più grandi delle serie successive;

- il cambio del cruscotto con quello della versione "Special", quello ad elementi circolari.


Alla fine degli anni '70 e nei primi '80 la modifica del punto due [fanali di coda] era quella più vista in assoluto. Allora si notavano a tal proposito due distinte tipologie di lavoro: quello a regola d'arte e la cosa "raffazzonata".
Nella prima, il proprietario aveva fatto sostituire l'intera traversa posteriore con quella della versione II; un intenditore poteva riconoscere questa modifica solo dal numero di targa troppo basso per quella versione.
Nell' inverno del 1980 scovai nella mia città una Grigiona identica a quella di famiglia, ma immatricolata nel 1966 a cui era stato fatto questo lavoro ed era oggettivamente bellissima.
Nel caso - tutt'altro che infrequente - che invece il proprietario avesse fatto eseguire una modifica in economia, lasciando inalterata la originaria traversa, il cambiamento si vedeva subito, eccome.
Si percepiva immediatamente "qualcosa di sbagliato", di rimediato; e poi i fanali nuovi in questione erano troppo spostati verso l'interno.
Nelle foto a corredo di quest'articolo, a parte la prima - un fotomontaggio "what-if" di un lavoro a regola d'arte - si può osservare quanto detto sopra. Innanzitutto, malgrado la targa turca, l'auto non è una 124 Murat ma nient'altro che una Zhigulì di produzione sovietica. Da tre quarti anteriore e di fianco l'auto (a parte gli orribili cerchi che simulano i raggi) tradisce la costruzione d'oltre-cortina perchè ha due caratteristiche opposte e sconosciute alle Murat di costruzione Tofas: le maniglie delle portiere basculanti e - soprattutto - la presenza delle grigliette di sfogo alla base dei montanti del lunotto.
E se ci fosse stato bisogno di conferme, all'interno l'auto sfoggia un cruscotto mai visto sulle Tofas, quello col finto legno. Altri particolari sono il pedale dell'acceleratore, quadrato ed esclusivo dei russi, e la foggia delle levette al volante.
Sulla coda di questa Zhigulì si può notare la modifica di cui sopra, e cioè l'istallazione - in maniera del tutto dilettantesca - dei fanaloni tipici delle 124Murat: e l'esecuzione sommaria di questo lavoro, assieme all' aspetto malconcio e trasandato della vettura, danno una chiara idea di ciò che si faceva.
















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