Qualcuno di voi l' avrà sicuramente letto su RuoteClassiche del 2/2007 ma è probabile che la maggioranza dei lettori ignori la militanza, nel parco mezzi della Pubblica Sicurezza, della Fiat 124 "Familiare".
La nostra versatile beniamina non ha disdegnato nemmeno il ruolo di "auto-civetta" e così, nel lontano 1968 il Ministero dei Lavori Pubblici ne acquista centoventi esemplari della versione "Familiare". Lo scopo della loro esistenza era il trasporto dei primi strumenti di monitoraggio del traffico, allora in fase di sperimentazione perché appena acquistati dalla Germania.
Questo compito fu assolto da un gruppo di funzionari della P.S. che erano rimasti in carico al suddetto ministero, anziché transitare - come faranno in seguito tutti gli altri - presso il Ministero degli Interni. Dopo una lunga fase di sperimentazione si giunse all' omologazione dei "Traffipax" e "Trafficoder", che furono successivamente adottati dalle forze dell' ordine.
Quando la tecnologia si evolse fu possibile testare in laboratorio questi apparecchi anziché su strada e così nel 1987 fu deciso di smobilitare tutto e di gettare il materiale alla rottamazione.
Come ogni tanto succede, in mezzo al mucchio c'è non poca gente in gamba e scaltra, fra di loro un solerte funzionario del Ministero LL.PP. di Napoli che, guardando lontano, decide di conservare qualcosa.
Scoperta la faccenda nel corso del trasloco della sua sede, facendo i giri più strani e avvalendosi della preziosa collaborazione di parecchi colleghi, egli riesce a recuperare la 124 a Trieste, dove giace ben tenuta e con soli 88mila Km all'attivo; più un set completo di attrezzature pescando quà e là per L'Italia.
Nel frattempo il "tam-tam" di questa operazione si è diffuso e tutti cercano di aiutarlo e di appoggiarlo in tutti i modi, dai dirigenti dello stesso ministero ai marinai della Tirrenia. Altro asso nella manica è una delle migliori caratteristiche della gente del Sud, e cioè quella di custodire gelosamente le cose anziché gettare via i cimeli del passato.
All' operazione infine si sono prestati anche i vecchi funzionari in pensione, i soli che ricordavano come funzionasse l'attrezzatura. Questa consta essenzialmente di una macchina fotografica - il cui flash è il faro al centro della calandra della 124 - che fotografava gli eccessi, mentre il "Trafficoder", installato nel bagagliaio, tramite due pressostati stesi sull' asfalto, oltre a misurare la velocità (ed eventualmente avvertire la pattuglia disposta più avanti), contava pure le auto in transito, al fine di assegnare alla strada oggetto del monitoraggio una segnaletica adeguata.
Alcuni esemplari di queste auto erano perfettamente normali, nel senso che non avevano alcuna insegna ed erano delle vere e proprie auto-civetta, tradite solo dal flash montato anteriormente al centro del paraurti; altre, come queste delle foto, portavano tutte le insegne del corpo a cui appartenevano, con tanto di scritte e lampeggiatore sul tetto.
L' auto di cui alle foto a colori è il 95° esemplare consegnato e il dirigente a cui dobbiamo questa bella e valida iniziativa assicura che è l'unica rimasta così in buono stato. A lui e a tutti coloro che hanno reso possibile questa lodevole iniziativa va il nostro plauso e la nostra gratitudine. Oltre tutto hanno aggiunto un prezioso elemento alla storia della nostra motorizzazione.